Il latte, considerato da molti un pilastro della nutrizione, si rivela un protagonista inaspettato in uno scenario scientifico intrigante.
Diverse ricerche hanno esaminato il latte alla ricerca della presenza di oppioidi liberi o legati a precursori, e la scoperta è sorprendente. Oltre alla presenza dell'alcaloide morfina, sono stati individuati ligandi recettoriali degli oppioidi con attività agonista o addirittura antagonista.
Peptidi derivati dall'alfa-caseina (exorfine alfa-caseiniche), beta-caseina (beta-casomorfine; beta-casorphin), alfa-lattalbumina (alfa-lattorfine) e beta-lattoglobulina (beta-lattorfina) si contano tra gli agonisti. Inoltre, alcuni peptidi derivati dalla k-caseina (casossine) o dalla lattoferrina (lattorferroxine) si comportano come antagonisti degli oppioidi.
Sebbene per tutti questi composti sembri possibile un ruolo funzionale nell'organismo dei mammiferi, finora sono stati presentati evidenze solo per l'importanza funzionale delle beta-casomorfine.
Questi peptidi potrebbero svolgere un ruolo nella riproduzione o nella nutrizione della femmina, nel neonato o nell'organismo di chi consuma latte, rispettivamente. Gli oppioidi legati al latte potrebbero quindi rappresentare estensioni essenziali del sistema oppiodergico endogeno (ovvero quello che produciamo noi).
Il problema è che non si parla di stimolare gli oppiodi prodotti da noi, ma di introdurli dall'esterno come un farmaco, In particolare, la β-casomorfina-7, un prodotto naturalmente presente nel latte delle mucche con attività simile agli oppiacei, è stata studiata per possibili attività di liberazione diretta di istamina negli esseri umani.
L'istamina ha diverse funzioni, ma è nota principalmente per il suo ruolo nel causare sintomi allergici e anafilattici. Le allergie sono la reazione del tuo corpo a una proteina estranea.
Si è scoperto che provoca in vitro una liberazione di istamina dipendente dalla concentrazione da parte dei leucociti periferici di volontari adulti sani.
L'iniezione intradermica di β-casomorfina-7 ha indotto una reazione a "ruota e fiamma" sulla pelle simile a quella della istamina o della codeina.
Questo ci fa riflettere ci come il latte potrebbe non essere l'alimento sano che ci aspettiamo di consumare!
Dovremmo farci 2 conti prima o poi no? Il latte materno umano ha senso quando sei in svezzamento, ma poi ti serve davvero? Non a caso la maggior parte dei bambini intolleranti al lattosio esistono dall'età di 8 anni in su, proprio quando l'enzima "lattasi" (l'enzima che scompone il lattosio) e possibilmente altre sostanze utili per la sua digestione, sono ormai scese dell'80%!
Non abbiamo nemmeno sufficienti evidenze di quanto il latte bovino sia geneticamente compatibile con il nostro.....possiamo solamente prendere l'esempio dell'IGF-1 contenuto nel latte, non per parlare di tumori, ma per dire che non è IGF-1 umano, è IGF-1 Bovino!
Simili ma diversi, chissà che altri messaggi invia nel nostro corpo...
Infatti uno studio evidenzia di come "L'IGF-1 bovino era efficace per l'11-19% rispetto all'IGF-1 umano nel competere per il legame con l'IGF-1 umano" (Fonte PMID: 3513757).
Solo l'11-19% efficace? Che strano....allora è abbastanza diverso da non avere tutta questa azione, e qui parliamo solo di IGF-1, non abbiamo parlato della composizione batterica del latte e di tutti gli altri peptidi bioattivi che potrebbero o NON potrebbero avere azione benefica, chissà.
Se c'è una cosa che ho imparato negli anni, e di stare alla larga il più possibile dai componenti del latte "non umano", perchè non si sa quanto possa dare fastidio in un ottica di pura longevità!
Oltre alla possibile dipendenza del latte, abbiamo una risposta immunitaria infiammatoria, e questo potrebbe alimentare qualsiasi patologia in corso, e....non sappiamo quanto sia compatibile!
Esiste un modo per consumare latte e derivati senza soffrire gli effetti avversi ipotizzati?
Esistono dei cibi derivati che non hanno moltissime componenti negativi del latte, come;
Formaggi stagionati, perchè il processo di stagionatura tramite fermentazione batterica si rimuovono componenti liquide, peptidi e alcuni ceppi batterici, si perde il lattosio e l'IGF-1 quindi lo rende un alimento già più interessante.
La ricotta, si tratta qui del siero del latte, quindi una fonte di proteine simpatica a mio avviso, non è adatta agli intolleranti severi al lattosio, ma ho visto che persone poco intolleranti con la ricotta di bufala non hanno avuto sintomi, da provare??
GHEE - Burro chiarificato, è un grasso derivato dal latte, è ovvio, è solo grasso, rimangono grassi monoinsaturi, saturi, polinsaturi e vitamine Liposolubili, davvero utile come fonte di grassi in chetogenica/carnivora, ma anche come impiego nelle "fritture" e cucina ad alte temperature!
Quando è stata l'ultima volta che ti hanno consigliato il latte per il semplice fatto che possa essere un alimento sano?
Hanno preso in considerazione tutte queste variabili? Anche il rilascio di istamina?
Oggi si parla di istamina solo se hai un allergia o intolleranza, ma il nostro sistema immunitario può produrne un eccesso anche senza sintomi allergici, esempio di una persona che fa un Test Genetico per capire quanto sensibile è agli alimenti che contengono o che fanno rilasciare istamina è l'enzima DAO (Diammina Ossidasi) un enzima coinvolto nel metabolismo dell'istamina.
Un alterazione della funzione di questo gene ci predispone più o meno agli effetti collaterali dei cibi come il latte, si può manipolare con il Biohacking? Certo, lo scoprirai più avanti restando in contatto con me.
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Alla prossima!
- Dario Nizzari | Biohacker & Performance Coach
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